26/04/18
Shop Works- Collaborazioni costruttive in digitale, di Stefano Converso
Secondo l’architetto Louis Sauer,
è molto importante lavorare dentro “il development
process, dentro cioè la rete di reciproci condizionamenti che i diversi
attori del processo edilizio determinano”. E quindi necessario per l’architetto
di svolgere un ruolo di “direttore d’orchestra” che crea una coordinazione tra
i diversi attori del progetto dal inizio alla fine, che trasforma questo
dialogo in una migliorazione del progetto piuttosto che in un confronto che
impedisce l’idea di base, che deve molto spesso essere raggiunta. Sauer voleva
piuttosto usare nuovi strumenti, includendo le nascenti techniche di
intelligenza artificiale per questa coordinazione accordo al suo slogan “How can you work with developers and
actually enjoy it”.
Questo
libro quindi si focalizza su il gruppo newyorkese SHoP, costituito di 5
architetti con percorsi molto diversi: Coren, Christopher, William Sharples,
Kimberly Holden, and Gregg Pasquarelli. Mirano quest’obiettivo di progetto che
emerge a partire del dialogo degli diversi attori e su questa idea di coordinazione
della complessità grazie a l’informatica. Attraverso questo studio si può “ripercorrere
le tappe che hanno portato dei giovani
architetti a sperimentare una logica digitale di progettazione e di esecuzione”.
L’importanza di questi software che SHoP usa permettono una flessibilità, parametrizzazione,
e modellabilità che consentono la gestione di un aspetto collaborativo. L’autore
aborda anche neologismi, termini come Kit,
versionning, sartoralizzazione etc… Che refletono una maniera nuova di progettare.
Per
iniziare, SHoP è un gruppo che si dichiara basato molto più sulla tecnica: “We
are not style driven, we are practice driven”. Sono contro un formalismo
eccessivo, ma preferiscono gestire in una maniera ottima gli componenti
economiche, costruttive e di rapporto contino con committenti ed esecutori dell’opera,
grazie al computer. Sono svolti verso il “problem solving” e il controllo.
Ansi, nuove
figure e nuovi attori emergono con queste innovazione, ad esempio SOM, Office D’A,
SYSTEM Architects, Panelite
che sono interessati alla produzione a controllo numerico. L’azienda di Rem
Koolhaas, OMA, viene anche affiancata da una struttura di ricerca, Think tank, e
aziende di ingegneria come Ove Arup di dotano di divisione specializzate tale
che l’Advanced Geometry Unit per immaginare forme e strutture molto complesse. Gli
strumenti divengono mesi di esplorazione tale che le software Open Sources, e
il versionning permette un constante
flessibilità con un evoluzione degli parametri. Pure la 3D può essere un
strumento di sperimentazione co parametri variabili che permettono un dialogo delle
competenze. Queste vantaggi hanno spinto SHoP a adottare Software come DIGITAL
PROJECT, basato su CATIA. La gestione dell’informazione è quindi
importantissima per SHoP che lavora molto su questo tema. Seguono i principi
della sperimentazione di CATIA stabilisci da Frank Gehry, ma a una più piccola
scala. Sperimentano diversi altri software secondo i loro vantaggi, ad esempio Maya
per definire le forme. Rhinoceros per modelli tridimensionali, SolidWorks,
Digital Projects più legato alla solidità industriale. Anche Generative
components piuttosto per la gestione parametrica di interi corpi edilizi... I
software permettono di guadagnare tempo evitando fasi intermedie inutileper un’
ottimisazione , e semplificazione delle operazioni per una communicazione più
facile con le operai ad esempio.
Sperimentano questi strumenti e la produzione “sartorizzata” in
progetti come “Dunescape” o “A-wall”.
Commentaires
Enregistrer un commentaire